Da sempre, almeno nella nostra cultura, le emozioni sono state contrapposte alla ragione. Sono state viste come una perturbazione da reprimere e controllare, cioè come una minaccia, un qualcosa che può danneggiare le capacità cognitive.

Per questo sono state soggette a controllo, regolazione e inibizione, a favore delle componenti razionali.

Ma le emozioni, essendo delle risposte adattive del nostro organismo all’ambiente, sono importantissime per la nostra sopravvivenza e dunque non prenderle in considerazione è dannoso.

Inoltre a livello di sviluppo fisiologico, molto prima che esistesse un cervello razionale, esisteva già quello emozionale.

Diversi dati di ricerca suggeriscono infatti che le emozioni costituiscono processi centrali nelle attività del cervello e che le capacità dell’individuo di organizzare le proprie emozioni influenzano direttamente le modalità con cui la mente integra le varie esperienze e reagisce agli stimoli.

Ragione e emozioni sono dunque due sistemi di conoscenza diversi ma strettamente interdipendenti: i processi cognitivi influenzano la manifestazione e l’elaborazione delle esperienze emotive e queste completano le conoscenze cognitive. L’incontro tra affetti e ragione è centrale per un buon funzionamento della persona. L’individuo “sano” e ben integrato è quello che riesce a integrare l’attività di un sistema con l’attività dell’altro.

A tal proposito un concetto importante è quello di “intelligenza emotiva”.

Cosa è l’Intelligenza Emotiva?

Normalmente infatti si pensa che l’intelligenza sia quella utile a risolvere questioni pratiche, come ad esempio un problema di matematica o ad avere successo sul lavoro. Ma questo è solo uno dei vari tipi di intelligenza. Esiste infatti anche un’intelligenza di un altro tipo, che può aiutarci in situazioni in cui la logica non serve, come ad esempio quando dobbiamo capire se la persona con cui parliamo si sta prendendo gioco di noi, oppure aiutarci a capire cosa dire ad un amico in un momento di difficoltà o come fare per ricucire un rapporto in crisi.

L’Intelligenza emotiva è un aspetto dell’intelligenza legato alla capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie ed altrui emozioni.

In particolare comprende:

– la conoscenza delle proprie emozioni (consapevolezza di sé);

– la gestione delle emozioni (il dominio di sé; la capacità di utilizzare i propri sentimenti per un fine);

– il riconoscimento delle emozioni altrui (l’empatia e la capacità di stare insieme agli altri cercando di capire i movimenti che accadono tra le persone).

 

Nello specifico per quanto riguarda la gestione delle emozioni è importante fare una distinzione tra inibizione/controllo delle emozioni e regolazione/gestione delle stesse. Gestire le emozioni infatti significa operare una mediazione il più possibile consapevole tra gli aspetti interni di attivazione fisiologica e gli aspetti di analisi della situazione stimolante in relazione a sé. Infatti se l’emozione si produce è importante non reprimerla ma esplorarla, al fine di capire quali sono gli aspetti validi e quelli meno validi da tenere in considerazione per l’organizzazione del comportamento. Se, ad esempio si manifesta una reazione come la rabbia, non ha alcuna utilità inibirla o reprimerla, se non come azione temporanea di tipo contenitivo. Più utile è invece esplorare tale reazione emotiva e comprendere gli aspetti relazionali che producono tale reazione. Solo a partire da tale analisi è possibile una maggiore consapevolezza che permette la modulazione dell’emozione stessa.

Perché è importante l’Intelligenza Emotiva?

La difficoltà ad entrare in contatto con le proprie emozioni e a condividerle sono tra i fattori psicologici caratteristici delle persone “a rischio”: persone che soffrono più facilmente di stress cronico, che si ammalano più facilmente, che guariscono più lentamente e che muoiono prima della media.

Le emozioni infatti, come tutte le esperienze, passano al vaglio della coerenza con il concetto di sé: se sono incongruenti con elementi importanti di questo possono non essere simbolizzate o esserlo in modo distorto.

Le emozioni hanno un ruolo centrale nella vita di tutti i giorni, nelle relazioni, a scuola e al lavoro.

Imparare a conoscerle e gestirle, ci insegna a cogliere il buono anche dalle situazioni critiche, a sentirci tranquilli di fronte a imprevisti o nella diversità, a mettere in atto comportamenti che possono cambiare le cose, migliorare la comunicazione e i rapporti.

Imparare a riconoscere e gestire le nostre emozioni è una capacità importantissima che si inizia ad imparare a partire da quando siamo bambini. Purtroppo però non sempre riusciamo a “fare bene i compiti” da soli, nemmeno da adulti. In questo caso allora può essere utile rivolgersi ad uno psicologo e/o psicoterapeuta, che grazie alla sua professionalità può accompagnarti nell’esplorazione del tuo mondo emotivo interno, aiutandoti a identificare e dare un nome a quello che provi per poi imparare ad esprimerlo in modo funzionale ed efficace.

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