Elaborare un lutto
Perdere una persona cara è un’esperienza sconvolgente: ci ritroviamo da un momento all’altro a sperimentare emozioni intensissime e a volte contraddittorie, oppure ci sentiamo come congelati e completamente paralizzati. La mente è offuscata, i pensieri girano ossessivamente intorno al defunto senza trovare una via d’uscita.
Il lutto ti getta in un tale disorientamento, un caos emotivo, intellettivo e comportamentale, che in certi momenti hai la sensazione di perdere anche la tua identità e temi di stare per impazzire.
Errate convinzioni/ falsi miti da sfatare sul lutto:
– tutte le persone vivono il lutto allo stesso modo;
– ci vuole circa un anno per superare una perdita importante;
– è meglio non pensare e non parlare del dolore per il lutto;
– l’intensità e la forza del lutto riflettono quanto si amava la persona morta;
– posso gestirlo a modo mio, non ho bisogno di parlarne;
– se non ci penso e non ne parlo, nulla accadrà, sarà come se non fosse accaduto;
– davanti agli altri è meglio esprimere solo i sentimenti positivi;
– la depressione è inevitabile;
– chi non esprime intense reazioni di dolore e di lutto al momento della perdita si ammalerà o avrà un peggior recupero;
– il lutto si può superare.
Il lutto non si può curare, non è una malattia, ma una combinazione di pensieri, sensazioni fisiche, emozioni e comportamenti che rendono possibile la sopravvivenza. È una reazione “normale”, adattiva. Si può imparare ad accettare la perdita e a convivere con il lutto, non superarlo.
Inoltre ognuno vive il lutto in modo diverso. Non c’è un modo giusto o sbagliato di vivere il lutto e nemmeno un tempo prestabilito per farlo.
Cosa sperimenta la persona durante il lutto?
Le reazioni alla perdita
Il lutto è una risposta complessa e multidimensionale alla perdita ed ogni perdita è una perdita multipla: di una parte di noi stessi, del passato, del futuro. È per questo che la gamma delle reazioni che si possono sperimentare nel lutto è vastissima. Possiamo però classificare tali reazioni in 4 categorie: risposte emotive, risposte cognitive, risposte comportamentali e risposte fisiologiche-somatiche.
Le risposte emotive:
– shock (si caratterizza per l’incapacità di prendere/gestire decisioni; generalmente è la prima reazione alla notizia di una morte improvvisa, ma questa sensazione di confusione e intorpidimento la si può sperimentare anche quando muore una persona malata da tempo);
– rabbia, frustrazione, indignazione (la rabbia è un’emozione che si sperimenta spesso quando si perde una persona cara; può essere una rabbia astratta contro la malattia, contro il sentimento di impotenza sperimentato, contro le leggi naturali e il caso; oppure una rabbia focalizzata contro qualcuno o qualcosa di specifico, come se stessi, amici o familiari, medici o operatori, contro Dio, e a volte verso il defunto stesso perché se ne è andato e ci ha lasciati soli);
– fatica, impotenza, disperazione (molti accusano una grandissima stanchezza e si sentono inconsolabili e incapaci di fare le cose più semplici);
– ansia (la morte di una persona cara ci mette davanti anche alla nostra mortalità);
– depressione, tristezza, sconforto (la tristezza è un’emozione molto frequente quando muore una persona cara; c’è chi la esprime con il pianto e chi invece non ci riesce);
– sentirsi “fuori controllo”;
– incertezza, senso di inadeguatezza;
– irritabilità, paura (paura per il proprio futuro, finanziaria, di ammalarsi, di non farcela da soli, senza la persona cara);
– sensazione di intorpidimento, dolore;
– ci si sente soli, nessuno capisce (spesso si sperimenta una sensazione di solitudine, un senso di abbandono: la persona cara non c’è più e nemmeno le abitudini che avevamo con lei);
– nostalgia del passato;
– rimorso e senso di colpa (la persona si autoaccusa per la morte della persona cara; è una risposta disadattiva e disfunzionale; è un sentimento irrazionale che generalmente scompare mano a mano che la persona riacquista l’esame di realtà);
– bisogno di dare un significato;
– sollievo (a volte quando si è dovuto assistere alla strazio per una lunga e pesante malattia ci possiamo sentire sollevati per la fine delle sofferenze nostre e della persona cara).
Risposte cognitive:
– incredulità e negazione (“non è vero”; appena appresa la notizia capita spesso che il nostro cervello “rifiuti” di elaborarla, di accettare la realtà; se inizialmente tale reazione ha uno scopo funzionale protettiva, se prolungata può aumentare lo stress isolare la persona);
– incubi, flashback, visioni;
– ruminazioni (pensieri persistenti e a volte intrusivi riguardanti il defunto; tenersi attaccati al ricordo per non lasciare andare);
– senso di presenza del defunto;
– perdita di fiducia negli altri;
– confusione, difficoltà nel prendere decisioni;
– scarsa concentrazione e attenzione;
– preoccupazioni invadenti e continue;
– disturbi di memoria.
Risposte comportamentali:
– ritiro sociale, isolamento (perdita di interesse per cosa accade nel mondo e per gli altri, a volte anche per l’insicurezza su come doverci comportare nelle occasioni sociali; bisogno di stare con se stessi ed i propri pensieri);
– pianto, singhiozzo, sospiro;
– disturbi del sonno (nelle prime settimane dopo la perdita si possono presentare difficoltà ad addormentarsi, svegliarsi di soprassalto o dormire più del solito);
– disturbi alimentari (può capitare di iniziare a mangiare in modo incontrollato oppure all’opposto di sentirsi inappetenti);
– iperattività (incapacità di stare senza fare niente, continua ricerca di cose da fare per tenersi occupati);
– continua ricerca (lo cerchiamo ovunque oppure lo chiamiamo anche se siamo consapevoli che non lo potremo trovare e che non ci potrà rispondere);
– recarsi in luoghi o tenere con sé oggetti che ricordano la persona defunta.
Risposte fisiologiche-somatiche:
– perdita di energia ed esaurimento fisico;
– disturbi fisici simili al deceduto;
– sensazione di apnea;
– costrizione toracica;
– senso di depersonalizzazione.
Cosa fare per elaborare il lutto e a chi rivolgersi
Come scritto precedentemente, il lutto non è una condizione che si deve superare, ma va imparato ad accettare ed a conviverci. Per imparare a farlo, premesso che il lutto è la “mia” reazione alla perdita ed è quindi individuale come le proprie impronte digitali, dovremo affrontare quattro compiti:
- accettare la realtà della perdita;
- attraversare i sentimenti del lutto;
- adattarsi ad una vita senza il defunto;
- posizionare il defunto in uno spazio nuovo e continuare a vivere.
Non sempre si riesce ad affrontare questi compiti con le proprie forze.
Se la confusione, il dolore, la rabbia sono così forti che senti di non farcela da sola/o, il mio consiglio è quello di rivolgerti ad uno psicoterapeuta, un professionista formato che sarà in grado di starti accanto e aiutarti ad affrontare ed elaborare il lutto, poiché la mancata elaborazione emozionale costituisce la base per un lutto patologico.