Ognuno di noi si caratterizza per un proprio tono dell’umore che generalmente subisce delle oscillazioni in base agli eventi che ci capitano.
Possiamo invece parlare di disturbi dell’umore quando le variazioni dello stato d’animo non avvengono in relazione agli eventi o sono di una entità eccessiva rispetto alla situazione e tutto questo compromette il normale funzionamento quotidiano della persona.
Tra i disturbi dell’umore sicuramente la depressione è quella maggiormente conosciuta ai più, anche se spesso tale termine viene utilizzato impropriamente, quasi come se fosse un sinonimo di “tristezza”.
Chi soffre di questo disturbo sperimenta una profonda tristezza, una carenza di piacere e interesse per le attività che normalmente trova piacevoli, una ridotta capacità di concentrarsi e ricordarsi le cose, una sensazione di impotenza ed apatia che si traduce in passività, incapacità e mancanza di volontà di agire, mancanza di speranza.
L’assenza di speranza
La depressione porta la persona che ne soffre a percepirsi incapace di intraprendere una qualsiasi iniziativa per risolvere il suo stato di disagio, sperimentando quindi una perdita di autostima: non si sente più competente o in grado di esercitare il controllo. Spesso si evidenza una discontinuità nella percezione tra passato, presente e futuro: il futuro appare oscuro, minaccioso e senza speranza; il passato invece è vissuto come una condanna senza riabilitazione. Frequentemente si provano sentimenti di rinuncia e risentimento diretti verso altre persone o verso sé stessi.
La depressione e la Terapia Centrata sul Cliente
In una panoramica apparsa nel Bergin and Garfield’s Handbook of Psychotherapy (curato da M. Lambert, 5 ed., 2003) vengono citate una centinaia di ricerche che attestano l’efficacia della Terapia Centrata sul Cliente (TCC) nel trattamento della depressione.
La persona che soffre di depressione si trova in una situazione di incongruenza, cioè in uno stato di forte discrepanza tra la sua esperienza e l’immagine che ha di sé, che generalmente si manifesta con lo sviluppo e il mantenimento di costrutti rigidi, con la tendenza ad avere un locus of control esterno, cioè a percepirsi come vittima delle situazioni, attribuendo all’ “Altro” la responsabilità delle proprie difficoltà e sofferenze; e con una bassa percezione del potere personale che si traduce in un basso livello di assertività e autoefficacia.
L’obiettivo della Terapia Centrata sul Cliente consiste quindi nel ristabilire la congruenza della persona che soffre di depressione tramite una migliore integrazione fra la sua esperienza e il suo concetto di sé, attraverso un ambito relazionale facilitante caratterizzato da tre condizioni: accettazione incondizionata, comprensione empatica e congruenza.
Questo clima facilitante è il terreno che porterà poi ad un processo di cambiamento costituito da esperienze emozionali correttive, insight, e ristrutturazione di costrutti disfunzionali.
Per fare ciò la strategia che seguirà il terapeuta sarà quella di:
- facilitare l’aumento della consapevolezza dei punti forza della persona;
- facilitare lo sviluppo delle aree funzionali (potere personale) della stessa.
Risultati attesi:
- una diminuzione del grado di disaccordo interno (convergenza tra sé ideale e sé reale);
- una conseguente diminuzione dell’ansia e della depressione;
- una conseguente riduzione dei sintomi;
- l’aumento della autostima, della autoefficacia e della assertività;
- un cambiamento dell’immagine di sé (essere degni di essere amati);
- lo sviluppo e il mantenimento di relazioni efficaci.