Ti senti spesso ingiustamente colpito dalla vita? Preso di mira dalla sfortuna? Niente va come dovrebbe andare e sei insoddisfatto ed infelice?

Tutti sperimentiamo pensieri negativi di tanto in tanto. Ma è il modo in cui gestiamo questi pensieri ed atteggiamenti negativi che può fare la differenza: tra fiducia contro paura, speranza contro disperazione, maestria contro vittimismo e vittoria contro sconfitta.

Diversi studi hanno rivelato come gli atteggiamenti negativi cronici possono influenzare negativamente la salute, la felicità e il benessere.

Di seguito sette pensieri negativi comuni di persone infelici.

 

7 atteggiamenti negativi che accomunano le persone infelici

 

1.Demotivarsi e auto-sabotarsi: i discorso autolesionisti

I discorsi autolesionistici sono messaggi che inviamo a noi stessi che riducono la nostra fiducia, diminuiscono le nostre prestazioni, abbassano il nostro potenziale e alla fine sabotano il nostro successo. Il discorso comune autodistruttivo include l’inizio di frasi come:

Non posso …

Non sono abbastanza bravo…

Non sono sicuro …

Non ho quello che ci vuole …

Sto per fallire …

Ti piacerebbe se un amico ti dicesse ripetutamente che “non puoi avere successo“, che “non sei abbastanza bravo“, che “non hai quello che serve” o che “non ti andrà bene e sicuramente fallirai?”

Considereresti questa persona un vero amico? Certo che no! E allora perché sei il primo a farlo con te stesso?!

Impegnarsi in discorsi abituali autodistruttivi è come avere un falso amico che ti abbatte tutto il giorno. Diventi il ​​tuo peggior nemico e detrattore.  

 

2. Approcciarsi negativamente agli eventi

Una forma prevalente di pensiero negativo è fare il punto su una situazione o un’interazione e presumere il negativo (il peggio). Per molte persone questo atteggiamento di guardare il bicchiere mezzo vuoto è abituale e automatico: ad esempio, il traffico cittadino, una giornata piovosa o il pagamento delle bollette potrebbero essere vissuti in automatico come esperienze negative.

Ma, naturalmente, non c’è nulla di intrinsecamente positivo o negativo nel traffico, nel tempo o nel pagamento delle bollette. Come dice il proverbio, “è quello che è“. È il modo in cui scegli di relazionarti alle circostanze che rende l’esperienza positiva o negativa. Questa scelta può renderti istantaneamente più forte o più debole, più felice o più cupo, potenziato o vittimizzato.

Date le stesse situazioni, si potrebbe considerare il traffico cittadino come un’opportunità per ascoltare musica rilassante; una giornata di pioggia come occasione per rannicchiarsi a casa con cioccolata calda e un buon libro; e il pagamento delle bollette come opportunità per mettere in pratica la strategia di finanza personale “paga prima te stesso“. Dipende tutto da come scegli di relazionarti a questi eventi.

 

3. Confrontarsi negativamente con gli altri

Uno dei modi più semplici e comuni per sentirsi male con se stessi è confrontarsi sfavorevolmente con gli altri. Potremmo essere tentati di confrontarci con coloro che hanno più risultati, sembrano più attraenti, fanno più soldi o vantano più amici di Facebook.

Quando ti ritrovi a desiderare di avere ciò che qualcun altro ha e ti senti invidioso, inferiore o inadeguato, stai vivendo un momento di confronto sociale negativo.

Le ricerche indicano che fare abitualmente confronti sociali negativi può indurre una persona a provare maggiore stress, ansia, depressione e fare scelte controproducenti.

 

4. Rimanere bloccati sul passato

È sicuramente importante imparare dal passato. È, invece, controproducente rimanerci bloccati. A volte le circostanze della vita e le battute d’arresto personali possono perseguitarci ed impedirci di vedere il nostro vero potenziale e di riconoscere nuove opportunità.

Ciò che è già accaduto non possiamo cambiarlo, ma ciò che deve ancora accadere lo possiamo plasmare ed influenzare. A volte il primo passo è semplicemente rompere con il passato e dichiarare che siamo noi, non la nostra storia, a comandare.

Goethe ci ricorda: “niente vale più di questo giorno“. Non soffermarti sul passato. Fai scelte migliori oggi e vai avanti.

Le battute d’arresto ed i fallimenti possono capitare. Anzi, sono piuttosto comuni e fanno parte del “pacchetto” per arrivare poi al successo.

“Abraham Lincoln ha perso otto elezioni, fallito due volte negli affari e ha subito un esaurimento nervoso prima di diventare presidente degli Stati Uniti”  (Giornale di Wall Street).

 

5. Incastrarsi nel ruolo di vittima

Quando incolpiamo qualcun altro è come se lo ritenessimo responsabile delle nostre disgrazie: la ragione della nostra infelicità o insuccesso sono, a volte, i genitori disfunzionali, altre volte le relazioni negative, o gli svantaggi socio-economici, o i problemi di salute o altre difficoltà della vita.

Anche se, è certamente vero che la vita presenta molte difficoltà che spesso causano dolori e sofferenze, incolpare gli altri come causa della propria infelicità è calarsi nel ruolo della vittima.

E sebbene ci siano dei vantaggi illusori nel vittimismo (puntare il dito fornisce una giustificazione conveniente per le condizioni insoddisfacenti della vita, liberandoci  dal lavoro necessario dell’assumersi la piena responsabilità della propria vita e del proprio benessere), tuttavia incolpare abitualmente qualcun altro nel tempo perpetua amarezza, risentimento e impotenza, poiché la vittima soffre di ciò che HD Thoreau chiama “tranquilla disperazione“.

Inoltre, spesso, coloro che sono il bersaglio della tua colpa hanno poca idea (o non potrebbe loro importare di meno) di come ti senti veramente. E tu, mettendoti nel ruolo della vittima, ti auto-condanni a stare male, ti ferisci da solo, rimanendo prigioniero della tua stessa amarezza e risentimento. Sei sicuro che  è quello che vuoi veramente?

“Quando incolpiamo, cediamo il nostro potere” (Greg Anderson).

 

6. Non perdonarsi e crogiolarsi nel senso di colpa

Tutti commettiamo errori nella vita. E sicuramente, quando guardiamo indietro, alle nostre azioni passate, possiamo trovare decisioni e azioni di cui ci siamo poi pentiti. Potrebbero esserci stati degli sfortunati errori di giudizio. Potresti aver causato danni a te stesso e / o ad altri.

Mentre ricordi questi eventi passati, potrebbe esserci un senso di auto-colpa per gli errori commessi, i danni fatti o le opportunità perse. Potresti pensare a te stesso come una persona “cattiva” o “sbagliata” e crogiolarti nel senso di colpa . Durante questi momenti, è estremamente importante essere compassionevoli con noi stessi, sapendo che ora che siamo più consapevoli, abbiamo la possibilità di evitare di ripetere gli errori del passato e di fare una differenza positiva con noi stessi e gli altri.

 

7. Il perfezionismo: paura di fallire e di commettere errori

La paura di fallire e di commettere errori sono spesso associati al perfezionismo (almeno in alcune aree della tua vita). Potresti pensare di non essere abbastanza bravo in qualche modo, mettendo così un’enorme pressione su te stesso per avere successo.

Sebbene stabilire standard elevati possa essere un efficace strumento motivazionale, aspettarsi di essere perfetti toglie la gioia dalla vita e può effettivamente limitare il tuo più grande potenziale di successo. Diversi studi hanno dimostrato la correlazione tra perfezionismo e infelicità e, per quanto ci provi, semplicemente non è umano essere perfetti, e certamente non sempre.

Dato il desiderio di essere valutato e apprezzato, si è tentati di provare a sembrare perfetto, ma i costi di tali inganni sono alti … Come puoi piacerti quando non sei all’altezza di come dovresti essere?” (R. Adler e R. Proctor II).

 

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Non è un evento di per sé che determina i sentimenti che sperimentiamo, ma è come cii approcciamo a questo. Infatti, davanti ad uno stesso evento, non tutti reagiscono allo stesso modo. Se ci focalizziamo sulle mancanze, sugli aspetti negativi, sui nostri limiti, su quello che non abbiamo o che non possiamo fare, allora inevitabilmente saremo insoddisfatti ed infelici. Viceversa, se scegliamo di vedere quello che abbiamo, le nostre risorse e punti di forza e ci concentriamo su quello che possiamo fare, allora ci renderemo conto che la felicità è “a portata di mano”.

“Quasi tutti i sentimenti dolorosi hanno la loro origine in un modo errato di guardare la realtà. Quando sradichi le visioni errate, la sofferenza cessa ” (Buddha).