Ti capita di dover lottare con voci interne negative? quelle voci fastidiose, critiche, che distruggono la fiducia e che compaiono quando ti senti ansioso o vuoi provare qualcosa di nuovo?

“Non puoi farlo.” 

“La gente riderà di te” 

“Non sei abbastanza bravo.”

Non ti preoccupare, sei in buona compagnia. Alzi la mano chi non “soffre” o non ha provato, almeno una volta, un po’ (tanta) insicurezza?!

Il problema è quando queste “voci” diventano, nel tempo, abitudini controproducenti, schemi autodistruttivi radicati, nei quali ti senti comodo come fossi avvolto dalla tua morbida coperta preferita.

Queste abitudini controproducenti sono particolarmente pericolose, anche perché, generalmente, volano appena sotto il radar della coscienza: ne sei consapevole, ma non abbastanza per affrontarle. Sono, infatti, diventate così radicate e abituali tanto da averle praticamente normalizzate.

“So che dovrei fare più esercizio, ma …”

“Non prendo buone decisioni quando bevo troppo, ma …”

“Probabilmente dovrei uscire di più, ma …”

E dopo ogni “ma” c’è un motivo per giustificare queste scelte sbagliate e mantenere i propri schemi controproducenti.

Le principali abitudini controproducenti che distruggono la felicità

Ecco le principali abitudini autodistruttive che drenano la tua energia, uccidono l’ambizione e fanno deragliare il treno della felicità.

LamentarsiIl reclamo è il nemico della felicità. Qualunque sia la soddisfazione che offre, può essere considerata, nel migliore dei casi, una “falsa” soddisfazione. Non c’è niente di sbagliato nel sentirsi scontenti, specialmente quando ci ispira a crescere e metterci alla prova, il problema è quando lo essere scontenti diventa una lamentela perpetua. Il reclamo cronico senza azione forgia modelli di pensiero negativi , pessimismo e disperazione. Rafforza un senso di impotenza di fronte alla frustrazione, prosciuga la tua energia e diventa una fonte cronica di scoraggiamento per te e per gli altri intorno a te. Il risultato è un atteggiamento apatico che risucchia la gioia dalla vita.

Abbandono di séNon importa come lo giustifichi, l’abbandono di sé porta a malattie del corpo, della mente e dello spirito. Non puoi goderti la vita in modo sostenibile o sviluppare resilienza se sei privato del sonno, non fai esercizio fisico, ignori abitudini alimentari sane o fai affidamento su sostanze. La mente desidera ardentemente la stimolazione, il corpo desidera ardentemente il movimento e lo spirito desidera ardentemente l’equilibrio: le persone che hanno scelto di ignorarle tutte e tre e di impegnarsi nell’abbandono di sé creano uno stile di vita destinato a sfociare in depressione o ansia sociale.

Autocommiserarsi. Immagina un amico che ti chiede aiuto e che, ad ogni suggerimento che offri, trova un motivo per cui non funziona. Ecco, questo è quello che fai quando ti autocommiseri: usi le circostanze della tua vita come spiegazione del perché non puoi fare le cose che ti aiuterebbero ad avere successo.

Autocommiserarsi è il miglior modo per non cambiare e quindi per continuare a non essere felice.

Sono malato” 

“sono depresso”

“ho avuto genitori schifosi”

“Mio ​​marito non mi ama”

“Non ho l’esperienza di cui ho bisogno”

“Sono troppo qualificato”

“Non ho abbastanza tempo o denaro”.

Le difficoltà nella vita sono reali. Le abbiamo tutti. I limiti sono ovunque, perché la vita è tutt’altro che giusta. Ma discutere per i motivi per cui non puoi fare qualcosa per migliorare la tua situazione ti manterrà bloccato esattamente dove sei. Infatti, più ti concentri su qualcosa, più grande diventa nella tua mente. Più pensi a qualcosa, più diventa la base delle tue azioni. Quando presti la tua attenzione ai motivi per cui non puoi fare qualcosa e lo accetti come una limitazione, il tuo cervello non genererà idee e soluzioni su come superare i limiti.

Procrastinazione. Troppo spesso sappiamo cosa dovremmo fare, ma rimandiamo l’azione. La procrastinazione porta a mancate opportunità e rimpianti. Nutre isolamento, sfiducia e fragilità emotiva. Quando procrastiniamo, ci neghiamo un modo migliore di essere.

Cosa fare per contrastare le proprie abitudini controproducenti?

Ecco 4 semplici modi in cui puoi iniziare a contrastare le abitudini controproducenti, già da oggi:

  1. Elenca le abitudini che vorresti cambiare, mettile su carta in modo da poter iniziare ad esserne più consapevole.
  2. Fai un piano d’azione: quali passi puoi intraprendere oggi per affrontare queste abitudini.
  3. Scrivi un elenco di 10 motivi per cui sai di poter avere successo, qualunque sia l’obiettivo che stai cercando di raggiungere. Se per un po’ ti sei concentrato sul perché non puoi, questo sarà un po’ impegnativo. Cerca esempi passati di volte in cui hai realizzato cose difficili, concentrando l’attenzione su quali tratti e caratteristiche ti hanno permesso di superarli, ed inizia a scrivere “Posso perché …”. Leggi la tua lista ogni giorno, fino a quando non sarà diventato il sentimento dominante sull’argomento.
  4. Cerca sostegno: percorsi di psicoterapia, gruppi di sostegno, corsi di formazione continua, pratiche meditative e spirituali; esistono infiniti modi disponibili in grado di ispirarti all’azione. Sconfiggere le abitudini controproducenti con il supporto, ha sempre più successo che sfidarle da soli.
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Ci sono molti ostacoli per ottenere ciò che vuoi nella vita, ma l’ auto-sabotaggio è probabilmente il più grande che ferma la maggior parte delle persone. Perché qualcuno dovrebbe auto-sabotare i propri sforzi per migliorare la propria vita ed essere felice? È una domanda complicata, alla quale si può trovare risposta individualmente con un percorso di introspezione interiore con uno psicoterapeuta. Tuttavia, anche se non sai esattamente perché metti in atto alcune abitudini controproducenti, come quelle sopra descritte, puoi, una volta che le hai individuate e riconosciute, iniziare ad affrontarle, anche se non sai esattamente perché le metti in atto. E questo lo puoi fare, innanzitutto, sostenendo il tuo diritto a vivere bene, ad essere felice. Ricorda: stai combattendo per il motivo per cui puoi fare qualcosa, invece del perché non puoi; non sei alla ricerca dei tuoi limiti, ma delle soluzioni per superarli. Ed è quando si cercano le soluzioni, che allora si possono trovare.