Quando litigare fa solo male

 

Tutti litighiamo, prima o poi, nella nostra vita. Evitare o non essere mai in conflitto è impossibile e a volte anche controproducente. Tuttavia, le litigate ed i conflitti dovrebbero avere l’obiettivo di trovare una soluzione ad un problema e non diventare un campo di battaglia in cui prevaricare l’altro per il semplice gusto di farlo. Anche perché la litigiosità e la conflittualità costante sono altamente dannose per la nostra salute e per le nostre relazioni.

Ti sei stancato di discutere? La semplice decisione di smettere di litigare con le persone può renderti più libero e sereno.

 

Quando il conflitto degenera in un loop tossico

In “Affari in grande” (1929) Stan Laurel e Oliver Hardy, meglio conosciuti come Stanlio e Ollio, interpretano due imprenditori che cercano di vendere alberi di Natale porta a porta a Los Angeles. In uno di questi tentativi di vendita, il famoso duo comico viene malamente respinto da un residente burbero, che infastidito afferra l’albero che stavano cercando di vendergli e lo getta in strada. Da qui in poi si innesca tra il residente e i venditori un conflitto che degenera rapidamente e culmina con la distruzione sia della casa del signore che del furgone dei venditori. (Se vuoi vederlo, qui il video).

Questo piccolo dramma di circa quindici minuti ricapitola una delle dinamiche più comuni delle interazioni umane: l’escalation di un conflitto in cui ciascuno dei protagonisti crede di essere la parte lesa.  Nei quali da spettatori esterni non è semplice rispondere alla domande: Chi ha iniziato? Chi ha vinto?

Se è generalmente impossibile stabilire con assoluta certezza chi inizia il conflitto, sicuramente si può decretare che non c’è nessun vincitore, perdono tutti in questi tipi di conflitti!

Questi tipi di conflitto e di arrabbiature , che possiamo chiamare loop tossici, sono straordinariamente comuni nelle interazioni quotidiane: il cliente insoddisfatto dice qualcosa di sarcastico, a cui l’addetto al servizio reagisce in modo aggressivo; una semplice conversazione tra marito e moglie per un’inezia si trasforma in un’aspra discussione; un’opinione politica espressa in modo aggressivo innesca un acceso dibattito, con lo scambio di insulti personali sempre crescenti, ecc.

Sebbene la rabbia sia un’emozione adattiva, utile, che ci permette di farci valere contro le ingiustizie, e sebbene i conflitti, se bene gestiti, siano utili per far emergere nuove prospettive e punti di vista, essere sempre arrabbiati e stare sempre nel conflitto non è assolutamente salutare. Troppa rabbia avvelena il cuore, letteralmente.

 

Come liberarsi dai loop tossici del conflitto

Un buon consiglio da seguire potrebbe essere quello di smettere di litigare per le cose non importanti e non fondamentali: scegliere quali battaglie vale la pena di combattere, smettendo di essere costantemente in guerra col mondo.

Potrebbe rivelarsi una delle decisioni più preziose che tu abbia mai preso. Ha il potere di liberarti dallo stress, dai sentimenti negativi e dal bisogno compulsivo di “avere ragione”.

Questo non significa che devi rinunciare ad influenzare altre persone o ad invitarle a cambiare idea. Significa semplicemente riconoscere la futilità di cercare di convincere tutte le persone ad essere d’accordo con te.

Sebbene sia irrealistico sperare di evitare tutti i conflitti nella vita (e nemmeno funzionale e salutare), ci sono però tanti piccoli circuiti tossici quotidiani in cui cadiamo che potrebbero essere prevenuti o abortiti.

 

2 strategie per liberarsi dai loop tossici del conflitto

Abbiamo almeno due opzioni per liberarci dai loop tossici e preservare la nostra tranquillità:

1) “annusarli”, riconoscerli e rifiutarci di prendervi parte;

2) diventare consapevoli che ci siamo caduti dentro e semplicemente smettere di partecipare.

Entrambe le opzioni richiedono un certo grado di consapevolezza, un concetto che negli ultimi anni sta diventando sempre più diffuso tra le persone illuminate.

 

Riconoscere i loop tossici del conflitto e rifiutare di prendervi parte

Questa prima opzione richiede di attivare, e quindi di avere, il nostro rilevatore di “circuiti tossici”. Questo vuol dire stare all’erta per l’affermazione provocatoria, il commento sarcastico, l’accusa (implicita o palese), la diatriba intollerante o bigotta, e riflettere, prima di iniziare a discutere, se entrare in discussione vi serve per cercare una soluzione o un accordo o se, in realtà, quello che vogliamo è solamente prevaricare l’altro e/o ferire l’altra persona per sentirci potenti.

Una volta realizzato che potremmo trovarci coinvolti in un conflitto tossico, possiamo fare delle scelte su come rispondere per non farsi ingaggiare nel conflitto stesso. Ad esempio, semplicemente, restando in silenzio: A volte il silenzio è la risposta migliore (Dalai Lama).

 

Rompere ed uscire dai loop tossici del conflitto

La seconda opzione richiede, invece, la capacità di auto-osservarci una volta che siamo caduti dentro al loop e scegliere consapevolmente di rompere questo circuito tossico, uscendovi.

Questo lo possiamo fare solo dopo che siamo diventati consapevoli di essere caduti in un loop tossico e, compresa la situazione che si è creata, possiamo riuscire a lasciare andare la necessità di “avere ragione”, possiamo richiamare l’energia psichica che abbiamo permesso agli altri di tirarci fuori e reindirizzarla, utilizzarla per scopi migliori.

Sicuramente non è facile, anzi, direi che è abbastanza difficile reagire in modo tranquillo e diplomatico quando chi abbiamo di fronte ci lancia delle accuse, o ci urla contro o ci provoca. Ma anche se non siete riusciti a resistere alla tentazione scendere in guerra, non preoccupatevi, potete sempre tirarvene fuori. Come? Ad esempio, smettendo di controbattere/contrattaccare rimanendo in silenzio e prendendosi qualche secondo per respirare e riprostinare la calma, almeno in voi stessi. Mettete fine alla conversazione, perché il loop tossico in cui siete scivolati non vi porta da nessuna parte, se non a farvi solo male a vicenda.

 

Vai alla fonte in lingua originale

 

Ricorda: discutere non significa affermare la propria forza o il proprio potere e vincere una competizione contro un’altra persona. Significa cercare di risolvere un conflitto trovando un accordo che possa andar bene ad entrambe le parti e, quindi, vincere insieme.

Come dice il filosofo cinese Lao Tzu, “Il più grande vincitore vince senza battaglia”.