La pandemia da COVID-19 ha avuto un impatto devastante non solo sulla salute fisica della popolazione, ma ha inciso notevolmente anche su quella psicologica.

Durante il lockdown della primavera scorsa, secondo i dati di una ricerca realizzata dall’Istituto Elma Research, in sei paesi europei (Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Spagna, Polonia),  il 58% dei cittadini (il 63% in Italia) hanno avuto sintomi di disturbi psicologici con una durata maggiore di 15 giorni. Diversi i sintomi citati: insonnia, difficoltà a dormire o risvegli notturni; mancanza di energia o debolezza; tristezza o voglia di piangere; paure e timori eccessivi; mancanza di interesse o piacere nel fare le; panico e attacchi di ansia. La maggioranza dei cittadini europei (il 61%) riferisce di aver avuto almeno due di questi sintomi e il 50% del campione italiano afferma di aver avuto questi sintomi per la prima volta (media europea 46%), mentre il 33% asserisce di aver avuto un peggioramento di sintomi già preesistenti (media europea 39%).

Sicuramente, in tutto ciò, la paura del contagio ha giocato un ruolo importante, ma anche l’isolamento sociale non ha certo aiutato.

Perché il distanziamento sociale è così difficile?

Noi esseri umani siamo creature sociali che bramiamo la connessione con gli altri. E la motivazione è di natura evolutiva e di sopravvivenza.

Anche per l’essere umano, parimenti a come avviene anche per altri primati non umani, la capacità di instaurare relazioni sociali ha giocato un ruolo chiave nella sopravvivenza della specie, ma anche nella sua evoluzione: stare in gruppo permette, infatti, di trovare più facilmente il cibo, di difendersi meglio da altri predatori e facilita la riproduzione.

Non solo. Per la nostra sopravvivenza impariamo fin da piccolissimi, nel rapporto primario tra figura di accudimento e figlio, il bisogno e l’importanza del contatto umano. Senza quel contatto non saremmo in grado di sopravvivere. Il bisogno di contatto, se crescendo diminuisce, non scompare mai del tutto e, anzi, emerge prepotentemente tutte le volte in cui ci troviamo in situazioni di pericolo e di difficoltà, assumendo così un ruolo molto importante per la nostra sopravvivenza emotiva.

Quindi, da un lato, la nostra storia evolutiva ci ha insegnato ad aggregarci per affrontare i pericoli e, dall’altra, il presente che stiamo vivendo ci impone, invece, di distanziarci dagli altri per sopravvivere e contrastare la pandemia in corso. Questo è il paradosso, o meglio, il conflitto nel quale ci troviamo ingaggiati in questo momento, e non è facile tenere a bada il nostro impulso naturale di cercare la sicurezza nell’altro. Impulso che, però, allo stato attuale, va frenato perché aumenta il rischio di contagio.

5 modi per contrastare il disagio psicologico dovuto al distanziamento sociale

La socializzazione e i sentimenti di connessione, oltre ad essere  nostri bisogni fondamentali, sono noti da tempo per svolgere un ruolo importante nella prevenzione e nel trattamento dei disturbi di salute mentale.

La pandemia COVID-19 ha, purtroppo, reso necessario l’allontanamento sociale per proteggere noi stessi e i nostri cari. Sebbene non possiamo aggirare questo problema, ci sono alcuni modi in cui possiamo mitigare gli effetti del distacco sociale sulla nostra salute mentale e sui sentimenti di solitudine:

  1. Pensa in termini di “distanza fisica”, e non di distanza sociale.

    Infatti il vero fattore di rischio è la vicinanza fisica con gli altri ed oggi, fortunatamente, esistono molti modi per continuare le interazioni sociali anche con il distanziamento fisico, ad esempio, incontrarsi all’aperto con maschere e distanza fisica appropriata, incontrarsi attraverso piattaforme virtuali o semplicemente parlare al telefono. Questi modi di socializzare non sono, ovviamente, la stessa cosa che comunicare e stare insieme di persona, ma possono comunque aiutare. Sforzati di entrare in contatto ogni giorno con qualcuno al di fuori della tua famiglia. Anche se lunghe conversazioni Skype, Zoom o WhatsApp potrebbero non essere sempre possibili, qualsiasi forma di connessione può essere d’aiuto: pianifica una riunione virtuale in cui guardi un film o giochi con amici e familiari, organizza un momento per prendere un caffè virtuale o pranzare con un collega o invia un breve messaggio di testo a un amico.

  2. Pratica l’umanità comune. 

    La distanza sociale interferisce con la nostra capacità di sviluppare connessioni con gli altri, il che a sua volta significa che è più difficile sviluppare un senso di appartenenza. Anche se, durante questo periodo di isolamento, potremmo non essere in grado di identificarci con gli altri, con i gruppi, con la stessa facilità con cui lo facevamo prima, possiamo ancora costruire un senso di appartenenza, praticando “l’umanità comune”. Di cosa si tratta? Possiamo descrive l’umanità comune come un riconoscimento della natura interconnessa delle nostre vite. Possiamo praticare l’umanità comune semplicemente riconoscendo che non siamo soli nella nostra solitudine e isolamento, o considerando come i nostri sacrifici influenzano positivamente gli altri, riducendo la diffusione della malattia. Anche se sembra poco, riconoscere queste piccole connessioni con gli altri può aiutarci a sentirci meno soli, nonostante la distanza fisica.

  3. Enfatizza gli aspetti positivi dell’essere solo

    Anche se a molti di noi manca la socializzazione, probabilmente possiamo anche ricordare un tempo in cui avremmo preferito essere soli. Forse abbiamo provato la sensazione di essere sopraffatti a una festa, ignorati durante una riunione di gruppo o esausti dopo una lunga giornata di colloqui. Ripensando a quelle situazioni, cosa avresti fatto quando finalmente avresti avuto un momento per te stesso? Ti saresti raggomitolato a letto con un buon libro? Praticato qualche meditazione ? E ti saresti goduto la pace e la tranquillità?

  4. Diminuisci l’autocritica. 

    Un motivo per cui è difficile per alcuni di noi essere soli? Semplicemente non ci divertiamo. Pensa all’ultima volta che hai incontrato qualcuno che è stato critico, o semplicemente scortese. Probabilmente non avevi molta voglia di passare molto tempo con questa persona. Ecco, a volte noi possiamo essere altrettanto, se non di più, critici con noi stessi! Cerca di prestare attenzione a quando ti capita di esprimere o pensare discorsi critici o negativi su te stesso e riconosci che questi pensieri non sono utili. Scegli di lasciarli andare e, quando possibile, esercitati a pensare pensieri neutri, o meglio, positivi su te stesso (anche se all’inizio non ci credi).

  5. Connettiti a qualcosa di più grande di te stesso. 

    Connettersi a qualcosa di più grande di te, può aiutarti a sentirti meno isolato. Molte persone riescono a farlo con la religione o la spiritualità, ma si può fare anche in altri modi. Connettersi con qualcosa di più grande di te stesso, può semplicemente significare fare qualcosa al servizio degli altri o lavorare per un obiettivo più grande. Vuol dire coltivare le proprie passioni (ad esempio politica , attività creative, questioni ambientali, ecc.) ed immergervisi il più possibile, connettendosi (in sicurezza) con altre persone che la pensano allo stesso modo e che hanno la stessa passione.

 

Allo stato attuale il distanziamento sociale si configura come l’arma migliore che abbiamo nelle nostre mani per arginare la propagazione del Coronavirus. Questo però comporta molte rinunce: non andare al ristorante, al bar, al cinema o in palestra, non frequentare i nostri amici e parenti, o farlo esclusivamente all’aperto, a distanza e con la mascherina, senza potersi abbracciare o darsi la mano.

È, dunque, legittimo e normale sentire il peso di questo distanziamento sociale, percependolo come innaturale e causa di malessere psicologico.

Per questo diventa cruciale, oltre a tutelare la propria salute fisica, adottando tutti gli accorgimenti igienici e di distanziamento sociale noti, porre attenzione alla propria salute psicologica.

La salute psicologica è parte essenziale del più ampio diritto alla salute, che deve essere tutelato nella sua globalità.

 

Riferimenti:

https://www.psychologytoday.com/intl/blog/erasing-stigma/202011/why-is-social-distancing-so-hard

https://www.benessereblog.it/post/596550/distanziamento-sociale-perche-e-difficile

https://www.nove.firenze.it/giornata-mondiale-della-salute-mentale.htm