Alzi la mano chi ha pensato, almeno una volta nella vita, di mollare tutto e andare via, cambiare città o, meglio, paese! Sono sicura che ci sono molte mani alzate in questo momento.

Infatti è il tipico pensiero che ci attraversa la mente, e a volte è molto più di un pensiero (nel migliore dei casi è un progetto, nei peggiori un’ossessione), quando si è scontenti del proprio presente e della propria vita.

Ma trasferirsi in una nuova città o paese ti renderebbe più felice?

Questa domanda  se la sono fatta molte volte i ricercatori e in questo dibattito di lungo corso, negli anni, si sono creati due filoni di pensiero: da una parte c’è la scuola di pensiero che sostiene che “si”, trasferirsi è esattamente il tipo di “nuovo inizio” di cui le persone hanno bisogno per ricalibrare la propria felicità; dall’altra parte, nella scuola di pensiero opposta, invece, si sostiene che trasferirsi è una mossa che può fornire un temporaneo miglioramento dell’umore, ma che poi è più comune che la felicità ritorni al suo livello di base, pre-trasferimento.

È in questo dibattito che si inserisce una nuova analisi fornita dal World Happiness Report di quest’anno.

Gli autori del rapporto, guidati da un team di ricercatori del Center for Sustainable Development della Columbia University, hanno preso in esame un’analisi del 2018 in cui sono stati confrontati i livelli di felicità tra le persone originarie di un dato paese rispetto agli immigrati / stranieri. L’idea era di valutare se i livelli di felicità dei non nativi corrispondessero più strettamente a quelli del loro paese d’origine o del loro paese di adozione.

È interessante notare che hanno scoperto che le persone che si sono trasferite in un nuovo paese sembravano adottare in gran parte il livello medio di felicità del loro nuovo paese: “Per ogni paese abbiamo diviso le risposte tra i “nativi” del posto e quelli nati all’estero e abbiamo scoperto che le classifiche di felicità sono essenzialmente uguali per i due gruppi; infatti i dati del rapporto mostrano che tra i 20 paesi più felici, la felicità media per i nati localmente era di circa 0,2 punti superiore a quella per i nati all’estero, e questa lieve differenza era dovuta al fatto che la migrazione lascia qualche impronta e che ci sia una certa tendenza per i migranti a trasferirsi in paesi più felici.

In altre parole, trasferirsi in un paese più felice potrebbe plausibilmente renderci più felici. Allo stesso modo, trasferirsi in un paese meno felice potrebbe ridurre il nostro livello di felicità. E non c’è nulla che suggerisca che lo stesso modello di risultati non si possa verificare anche per le città. Parlando di città, i ricercatori hanno scoperto che Helsinki (Finlandia); Aarhus (Danimarca); e Wellington (Nuova Zelanda), sono, in ordine, le tre città più felici del mondo, seguono Copenaghen (Danimarca), Bergen (Norvegia) e Oslo (Norvegia) al quinto, sesto e settimo posto, mentre Stoccolma (Svezia) è nona e Brisbane (Australia) è al decimo posto. Pertanto, più della metà delle prime dieci città del mondo, in base a quanto positivamente i loro abitanti valutano attualmente le loro vite, si trovano in Scandinavia e due delle prime dieci città si trovano in Australia e Nuova Zelanda.

Tre altri approfondimenti, che meritano di essere rilevati dal rapporto, sono:

1. Il divario tra i paesi “più felici” e quelli “meno felici” è enorme.

Per misurare la felicità in tutto il mondo, gli scienziati hanno utilizzato la seguente domanda: “Immagina una scala, con gradini numerati da 0 a 10. La parte superiore della scala, il gradino n. 10, rappresenta la migliore vita possibile per te, mentre la parte inferiore della scala, il gradino n. 0, rappresenta la peggiore vita possibile per te. Su quale gradino della scala diresti che ti senti personalmente in piedi in questo momento?”

Le risposte a questa domanda hanno mostrato un divario enorme nei punteggi tra i paesi “più felici” e quelli “meno felici”: i primi 10 paesi più felici (Finlandia, Danimarca, Svizzera, Islanda, Norvegia, Paesi Bassi, Svezia, Nuova Zelanda, Austria e Lussemburgo) hanno ottenuto una media di 7,5 alla domanda, sopra descritta, sulla soddisfazione per la propria vita. Gli ultimi 10 (Afghanistan, Sud Sudan, Zimbabwe, Ruanda, Repubblica Centrafricana, Tanzania, Botswana, Yemen, Malawi e India) hanno una media di 3,3.

Se ci fosse stata una differenza di uno o due punti sarebbe già stato una dato rilevante, se non impressionante. Il fatto che ci sia una differenza di quattro punti, tra i paesi che si collocano nella parte alta della scala e quelli che si collocano nella parte bassa, è semplicemente sbalorditivo.

2. I paesi più piccoli stanno diventando più felici, mentre quelli più grandi meno felici 

In pratica, ci sono due modi per quantificare la felicità mondiale. Uno è quello di pesare la felicità di ogni paese sulla proporzione della popolazione mondiale che rappresenta. Un altro è trattare ogni paese come uguale a tutti gli altri.

Quando si confrontano queste due prospettive nel tempo, i dati proporzionati mostrano una diminuzione della felicità mondiale dal 2014 al 2019, mentre i dati non proporzionati mostrano un aumento modesto.

Ciò significa una cosa: i livelli di felicità stanno migliorando nei paesi più piccoli e peggiorando in quelli più grandi. E anche quando si rimuovono i cinque paesi più grandi (Cina, India, Stati Uniti, Indonesia e Brasile) dall’analisi, per evitare possibili effetti anomali, la tendenza rimane.

3. Gli abitanti di città sono più felici della gente di campagna (o almeno prima del covid-19)

Prima della pandemia da Covid-19, gli abitanti delle città erano più felici della gente di campagna? La risposta è un sonoro “sì!”. Gli scienziati hanno calcolato che la media della felicità per la popolazione urbana mondiale fosse 5,48 rispetto a 5,07 per la popolazione rurale mondiale. Le differenze risultano maggiori in Asia orientale e Africa subsahariana, seguite da Asia meridionale, Europa meridionale, America Latina e Caraibi.

Solo 13 dei 150 paesi esaminati hanno mostrato la tendenza opposta. Quali paesi hanno mostrato la più grande inversione di tendenza? Libano, Islanda, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Regno Unito ed Egitto. Quindi, se sei un tipo rurale e stai pensando di trasferirti, forse uno di quei paesi dovrebbe essere nella tua lista!

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Dove si nasconde la felicità? Cos’è la felicità? La felicità è uno stato elettrizzante e sfuggente, che sembra difficile da catturare, oltre che da identificare e descrivere. Eppure i ricercatori del Rapporto Mondiale sulla Felicità (World Happiness Report) sono riusciti a misurarla e a darle anche una collocazione geografica. Quindi se stai pensando di trasferirsi per inseguire la tua felicità, ti consiglio di leggere il rapporto e scegliere attentamente il paese e la città giusti per te. Buona lettura!