Qual è la tua storia? Cosa ti racconti del mondo e della tua vita?

Perché queste domande? Perché quello che ci raccontiamo del mondo e della vita, plasma chi siamo.

Indipendentemente dal fatto di essere o meno veramente inventori delle nostre vite, siamo certamente inventori della storia delle nostre vite. Per alcune persone, questa storia è ben chiara e delineata nelle loro menti, ed è ciò che li motiva e che determina il modo in cui trascorrono il loro tempo e le loro energie. Per molte altre persone la storia è meno chiara, è frammentata o apparentemente al di fuori della loro consapevolezza, ma spesso capita che sia facilmente vista dagli altri: Marco si considera sempre la vittima, Sara la martire, Carlo pensa sempre che le cose andranno per il meglio, mentre Enrico è sempre preparato al peggio.

La nostra storia è plasmata anche dalle storie di altri, quelli importanti per noi che non sono stati solo modelli di comportamento, ma che ci hanno anche consegnato le loro particolari filosofie di vita. E, naturalmente, ci sono poi le nostre esperienze e i nostri valori.

La nostra storia diventa la lente attraverso la quale vediamo gli eventi della vita, le nostre relazioni con gli altri; determina cosa possiamo aspettarci da noi stessi e dalla vita stessa.

Allora, qual è la storia della tua vita?

Ecco alcune domande per aiutarti a definire la tua storia. Mentre rispondi, pensa non in termini di come pensi che le cose dovrebbero essere, ma piuttosto come pensi e ti comporti nella vita di tutti i giorni.

Quanto sono sicuri il mondo e le altre persone per te?

Come sei messo a fiducia, ansia e paura?

Pensi che le cose brutte accadono all’improvviso? Che gli altri vogliono fregarti o truffarti? Senti di dover essere cauto, vigile e prendere ciò che la gente dice con le pinze? Che puoi fidarti della tua famiglia, ma diffidare di tutti gli altri?

Oppure pensi che, certo ci sono sempre delle mele marce e anche delle persone pericolose, ma la maggior parte delle persone è buona, premurosa, disposta ad aiutare o almeno porgere l’altra guancia? E che, certo, accadono cose brutte, ma anche molte cose buone accadono se le cerchiamo. Non vuoi essere ingenuo, ma va bene avere fiducia e credere che le cose andranno o potranno essere risolte?

Come tratti gli altri?

Come rispondi a questa domanda dipende, ovviamente, anche e soprattutto da come hai risposto alla prima domanda. Se il mondo non è sicuro, se non ti puoi fidare completamente degli altri e sei diffidente, ti trattieni e mantieni le distanze, questo si rifletterà nel tuo rapporto con gli altri.

Tendi ad essere diffidente o addirittura aggressivo con l’altro che non conosci e/o pensi che ognuno dovrebbe pensare per se stesso?

Oppure c’è una via di mezzo di gentilezza e cortesia verso coloro che non conosci, se non necessariamente una cordialità?

Oppure i tuoi valori, la tua  personalità e il tuo modo di pensare ti spingono a dare sempre all’altro il beneficio del dubbio e, se possibile, una mano, essendo convinto che il “mondo è la nostra famiglia”?

Come misuri la felicità o il successo?

Alcune persone misurano la propria felicità e il successo in relazione al raggiungimento di obiettivi:  successo nel lavoro , ricchezza, reputazione professionale.

Altri, invece, misurano la propria felicità ed il successo in relazione al sostegno e all’amore della famiglia e degli amici.

Altre persone, ancora, misurano la felicità e il successo, non in base al risultato, ma al fare: essere creativi o fare ciò che dà un significato, competere contro i propri rivali e, si spera, vincere, o una combinazione di tutto quanto sopra.

Nel rispondere a questa domanda pensa, quindi, a ciò per cui ti sforzi o speri, ma anche a ciò che ti porta felicità nella quotidianità.

Come cerchi di raggiungere la tua felicità / successo?

Abbassi la testa, rimani concentrato sull’obiettivo e lavori duro?

Oppure segui il tuo istinto, la tua immaginazione, la tua fede?

Oppure persegui il successo aiutando gli altri ad avere successo, incoraggiandoli e sostenendoli nella loro ricerca della felicità, essendo il miglior modello di ruolo che puoi essere?

Oppure cerchi di raggiungere i tuoi obiettivi tenendo d’occhio i tuoi avversari e sfruttando al meglio le loro debolezze?

Perché accadono cose brutte?

Lo fanno e basta;

ci aiutano a vedere e ad apprezzare il bene;

è la volontà di Dio, la prova di Dio per noi;

sono la ricompensa per i nostri torti;

non lo sappiamo.

Quale delle risposte sopra-elencate ti descrive?

Qual è lo scopo della vita, la tua vita?

(Vedi sopra).

Hai grossi rimpianti, sensi di colpa ? In che modo hai modellato la tua visione della vita, la tua immagine di te stesso?

I rimpianti e la colpa possono certamente insegnarci delle lezioni, ma spesso le loro ferite ci offuscano e guidano le nostre scelte. I rimpianti e il senso di colpa possono farci rimanere bloccati nel passato, sentire che non abbiamo diritto alla felicità, capovolgere drasticamente la nostra visione della vita e di noi stessi.

Se dovessi scegliere una parola per descrivere il tono generale della tua vita, quale sarebbe?

Nel rispondere alle domande, c’è un tema di fondo che ti ha guidato o che, rileggendo dopo, sei riuscito a rintracciare?

Se potessi scegliere una canzone come colonna sonora della tua vita, quale sarebbe quella canzone?

In una frase, quale consiglio vorresti dare ai tuoi figli o ai tuoi nipoti?

Allora, cosa hai scoperto?

Qual è la storia che consciamente o inconsciamente ti racconti sulla natura delle relazioni e sul mondo?

In che modo questa storia ha modellato le tue aspettative e definito il tuo scopo e la tua filosofia sulla tua vita e sulla vita stessa?

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Un’ultima domanda:

vuoi mantenere la tua storia o vuoi cambiarla?