Per il Buddismo, la rabbia è il secondo dei tre veleni responsabili dell’infelicità e del caos che turbano la nostra vita nel mondo.

Per lo psicologo Paul Ekman, la rabbia è una delle nostre emozioni primarie e in quanto tale non è né buona né cattiva, ma ha una funzione adattiva, cioè ci dovrebbe aiutare a sopravvivere. Ho utilizzato il condizionale perché spesso questa emozione, o meglio la gestione di questa emozione, ci causa non pochi problemi.

Infatti la funzione adattiva della rabbia sarebbe quella di prepararci all’azione, dandoci l’energia per fronteggiare una potenziale minaccia. Quando ci arrabbiamo, infatti, nel nostro corpo avvengono alcuni cambiamenti fisici, quali:

– un aumento della tensione muscolare;

– un aumento della frequenza cardiaca, della frequenza respiratoria e del metabolismo;

– l’adrenalina si riversa nel flusso sanguigno e il sangue si dirige verso i muscoli più grandi del corpo.

Per questo, ad esempio, si può avere l’impulso di colpire l’oggetto della nostra rabbia, poichè il nostro corpo si prepara esattamente per fare ciò.

La rabbia, dunque, può aiutarci ad affrontare un aggressore che minaccia di ucciderci o un altro tipo di emergenza reale. Ma di fronte alle normali frustrazioni della vita di tutti i giorni non ha molto senso reagire in questo modo. Anzi continuare ad attivare con frequenza il sistema della rabbia può costarci caro.

La rabbia non ti aiuta a risolvere i problemi

La vita è difficile e ci mette alla prova e quando affrontiamo delle situazioni ingiuste generalmente pensiamo che sia doveroso provare rabbia. Ma sono convinta che, se ci pensi bene, ti renderai conto che di rado la rabbia è utile per risolvere i problemi, e anzi spesso ci fa del male, portandoci pochi vantaggi.

Infatti difficilmente quando siamo arrabbiati pensiamo ed agiamo nel modo migliore, perché la rabbia non ci permette di valutare accuratamente la situazione, di pensare a tutte le opzioni, di considerare ragionevolmente delle buone misure da prendere. Reagiamo d’impeto e spesso dopo rimpiangiamo qualcosa che abbiamo detto o fatto.

Generalmente le risposte di una persona che ha perso la calma non sono efficaci e la rabbia non aiuta ad esprimere la propria opinione in modo logico e ragionevole.

Potresti certamente obiettare che la rabbia è necessaria per farci valere e rispettare, per farci ascoltare ed ottenere quello che vogliamo. Sono certa che effettivamente qualcuno non ti ascolterebbe se non avessi degli scatti di rabbia e che qualcuno potrebbe sicuramente piegarsi alla tua ira. Magari i tuoi cari farebbero quello che chiedi pur di vederti sbollire la rabbia, e anche sul lavoro colleghi o dipendenti potrebbero assecondare la tua collera. È vero, quando si urla e si minaccia possiamo ottenere che le altre persone facciano quello che noi desideriamo, ma questo solo perché hanno paura e si sentono pressati (o minacciati) dalla tua furia. Oppure, al contrario, potrebbero reagire con altra rabbia, alimentando un circolo vizioso che si autoriproduce. In ogni caso, con il tempo molto probabilmente queste persone coveranno risentimento ed amarezza, e si allontaneranno.

Le conseguenze negative della rabbia

Quando la rabbia è mal gestita spesso diventa distruttiva e può:
– compromettere o addirittura distruggere le nostre relazioni interpersonali. Uno dei costi più comuni della rabbia, e probabilmente il peggiore, è il deterioramento delle relazioni personali. E le relazioni a esserne danneggiate sono spesso le più importanti. È più comune arrabbiarsi con le persone che si conoscono bene: i bersagli più frequenti della rabbia includono i coniugi, figli colleghi ed amici.

– Scatenare l’aggressività. La rabbia porta facilmente all’aggressività. E questo purtroppo lo constatiamo con i nostri occhi quasi quotidianamente: non passa giorno che guardando il telegiornale sentiamo qualche notizia di cronaca nera; la nostra epoca sembra sempre più caratterizzata da un’onda di aggressività crescente. Liti che si trasformano in risse che si trasformano in scene del crimine. Rabbia che degenera in aggressività e violenza. Molto spesso all’interno delle mura domestiche.

– Causarci problemi di salute, primi fra tutti le cardiopatie che sono fra le principali cause di mortalità. Fin dai primi anni sessanta, numerose ricerche importanti hanno messo in evidenza che molto spesso c’è un collegamento tra la rabbia cronica e l’insorgenza di cardiopatie (ad esempio gli studi sulla “personalità di tipo A”). Arrabbiarsi fa dunque male al cuore. Robert Sapolsky , neurobiologo e professore all’Università di Stanford, ci dice che, quando attiviamo ripetutamente i cambiamenti fisici associati alla rabbia, rischiamo di creare danni al sistema cardiovascolare: quando ci arrabbiamo aumenta velocemente la pressione sanguigna ed il sangue passa nelle arterie con maggiore forza. Questo può portare ad un danneggiamento del rivestimento liscio delle arterie, con la conseguenza che alle pareti indebolite dei vasi sanguigni iniziano ad attaccarsi acidi grassi, glucosio ed altre sostanze contenute nel sangue , il cui accumulo nel tempo può creare un’ostruzione delle arterie, che a sua volta produce un generale calo del flusso sanguigno. In pratica si arriva all’arteriosclerosi. E se questo accumulo si verifica nelle arterie dirette al cuore, il rischio è quello di essere colpiti da una cardiopatia coronarica, da un’ischemia miocardica o da una serie di altre gravi malattie cardiache.

– Crearci disagio personale. Spesso la rabbia ci conduce a sperimentare anche altre emozioni e sentimenti poco piacevoli, come senso di colpa, imbarazzo, senso di perdita di controllo ed insicurezza nei rapporti interpersonali, o addirittura veri e propri disturbi come la depressione.

Dunque pur essendo un’emozione fra le tante, la rabbia ha la caratteristica peculiare di poter essere distruttiva per sé e per gli altri, ecco perché occorre imparare a gestirla.

Imparare a gestire la rabbia

Se alcune o tutte le cose che ho scritto ti sembrano familiari e/o hai già pagato o rischi di pagare ora il prezzo della rabbia, forse è il momento di imparare a gestirla.

Ma come va gestita la rabbia? Meglio utilizzare un atteggiamento passivo e non contrattaccare quando gli altri ci trattano male, oppure conviene esprimerla liberamente sfogandoci e tirando fuori tutto?
Nel primo caso dimostriamo sicuramente grande autocontrollo. Però generalmente l’accettazione passiva non ci libera dalle ingiustizie che subiamo, anzi spesso finisce per ingigantirle. Nel secondo caso invece molto probabilmente ci faremo valere, però quasi sicuramente ad un caro prezzo: l’altro finirà con avere paura di noi, nella migliore delle ipotesi, o peggio contraccambierà con la stessa moneta.

Sicuramente la soluzione migliore è quella di utilizzare l’assertività, cioè di comunicare i propri bisogni/necessità in modo non aggressivo. Ma come si fa? Cambiare è spesso difficile. Ci vuole motivazione ed impegno e a volte non si è in grado di farlo da soli. Può quindi essere d’aiuto rivolgersi ad un professionista, psicologo-psicoterapeuta, ed iniziare un percorso di psicoterapia.

In ogni caso, sono sicura che scegliere di vivere con meno rabbia sia una delle decisioni più importanti che puoi prendere nella tua vita, e, come si dice, chi comincia è a metà del lavoro!