Hai mai notato con quale frequenza la tua mente ritorna a problemi e situazioni che ti causano dolore e insiste nel rimuginare su ciò che non va?

È davvero un fenomeno strano, la nostra dipendenza dal pensare ai problemi. Anche quando non vogliamo pensare a cosa ci infastidisce, continuiamo a pensarci.

Perché lo facciamo e come possiamo spezzare questo circolo vizioso del rimuginare?

 

Perché rimuginiamo sui nostri problemi

Ci sono più motivi per cui non possiamo fare a meno di pensare e ripensare ai nostri problemi. Ma il motivo comune e sottostante a tutti questi motivi è che pensiamo, erroneamente e spesso inconsapevolmente, che sia utile. Ecco quattro di questi motivi:

1. Pensare la problema risolverà il problema. Torniamo a situazioni dolorose perché, alla radice, crediamo erroneamente che pensare al nostro problema, lo risolverà. E quindi più ci penseremo e meglio o più velocemente lo risolveremo. Siamo condizionati dal momento in cui nasciamo a credere che il pensiero sia la soluzione a tutto ciò che ci affligge. E così, per quanto doloroso possa essere, continuiamo a pensare alle stesse questioni, credendo di poter escogitare un modo per rendere il problema non un problema.

In definitiva, stiamo cercando di farci sentire meglio, ma la soluzione che abbiamo trovato (pensare e ripensare al problema), in realtà ci fa solo sentire peggio.

2. Empatizzare con il nostro dolore. Allo stesso tempo, continuiamo a rimuginare sui nostri problemi perché ci sembra che pensare alla situazione sia un modo per entrare in empatia con il nostro dolore. Superare la difficoltà ancora e ancora è il nostro tentativo di offrire compassione a noi stessi: lo facciamo in modo che possiamo sentirci ascoltati e conosciuti, anche se è solo dentro la nostra testa.

3. Se fa male allora è importante. Inoltre, continuiamo a tornare a ciò che fa male perché se lo lasciamo andare, smettiamo di pensarci, allora è come se disonorassimo quanto fa male. Smettere di pensare ai nostri problemi sarebbe comportarci come se il nostro dolore non avesse importanza. E, in sostanza, vorrebbe dire abbandonare noi stessi. In questo modo, il nostro pensiero ossessivo è un tentativo di premiare la nostra sofferenza con importanza e cura.

4. Soffro quindi sono. Infine, siamo dipendenti dal pensare ai nostri problemi perché ci identifichiamo con la nostra sofferenza. Chi siamo (o pensiamo di essere) è un arazzo di ciò che abbiamo vissuto, sopportato e sopravvissuto. Cioè, facciamo derivare la nostra identità, in gran parte, da ciò che soffriamo. Quindi, quando ci immergiamo in ciò che ci infastidisce, in ciò che non va bene, sembra che stiamo tornando a casa, tornando ad alcuni aspetti fondamentali di noi stessi. Riorganizzare le nostre difficoltà ci permette di sentirci vivi. Possiamo sentire la nostra stessa esistenza, il nostro sé, quando la mente sta rosicchiando un problema. Come se non ci fosse niente che ci facesse sentire di più in contatto con noi stessi di quando abbiamo un problema da risolvere.

Come lasciar andare i pensieri

Quindi, con tutte queste ragioni per continuare a pensare ai nostri problemi, come possiamo riuscire fermarci e a staccarci dai pensieri più appiccicosi?

Il primo passo in ogni processo di cambiamento è sempre lo stesso: la consapevolezza. Non possiamo cambiare nulla se non ne siamo consapevoli. Quindi, dobbiamo notare come e quando stiamo ancora una volta rimuginando ad un problema o ad una situazione difficile. Dobbiamo diventare osservatori della nostra mente e vedere come continua a richiamare la nostra attenzione alla sofferenza.

Una volta diventati consapevoli, dobbiamo essere in grado di essere disposti a considerare l’idea che noi, come siamo, non possiamo risolvere questo problema. E quindi, dobbiamo rinunciare alla fantasia e all’illusione che più pensiamo ad un problema e più questo lo risolverà e ci farà sentire meglio.

Dobbiamo accettare che non c’è nessun diamante in fondo a queste macerie di pensieri, nessuna pallottola magica in questo ultimo giro di pensieri che non c’era negli ultimi novemila giri.

In sostanza, dobbiamo rinunciare alla speranza che più pensiero ci porterà alla pace. E dobbiamo, invece, aprirci alla possibilità che la via per la pace sia quella di voltare le spalle al problema e pensare di meno. Arrendersi all’idea di non essere in grado di capirlo piuttosto che sforzarsi di capirlo, può davvero essere il nostro rifugio.

Inoltre, per fermare il costante rimuginare sul nostro dolore, dobbiamo ricordare che il nostro dolore viene con noi, che ci stiamo pensando o no. Ciò che abbiamo sofferto è intessuto in ciò che siamo; fa parte di noi. Non abbiamo bisogno di continuare a pensare al nostro dolore per renderlo importante, prendercene cura o tenerlo con noi. Non dobbiamo continuare a pensare che il nostro dolore esista per farlo esistere.

Solo per oggi prova a …

Solo per oggi, prova a notare i tuoi pensieri, dove sta andando la tua attenzione e quali corde stanno suonando nella tua mente. Diventa consapevole di quando stai tornando, ancora una volta, a un problema che hai visitato molte volte in precedenza. Prova a notare che cosa il ritorno a questo problema fa sul tuo umore e come ti fa sentire.

Considera questo: forse non puoi risolvere questo problema, non nel modo in cui provi normalmente, cioè pensandoci di più. Come esercizio, contempla la possibilità che la via per sentirti meglio possa essere qualcosa di ultra-radicale, come non pensarci, come voltare le spalle al problema e lasciarlo lì, non risolto e non capito. Per quanto folle possa sembrare, prova ad accettare che semplicemente non puoi capire questo problema, non con quello che sai e chi sei in questo momento.

Solo per oggi, invece di addentrarti ancora nel problema, cercando quel diamante tra le macerie, fai qualcosa di rivoluzionario: distogli la tua attenzione dal problema e torna al momento presente. Disattiva ciò che non va e vai verso ciò che è qui ora. Con la semplice intenzione di non fare quello che hai sempre fatto, e quindi, non finire con lo stesso risultato con cui sei sempre finito.

Ricorda: non troverai la pace, non supererai il dolore, attraverso più pensieri. Se stai cercando la pace, sii disposto a provare una strada diversa.

 

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Rimuginare, spesso, ci fa star male, ma nonostante questo continuiamo a farlo. Questo perché crediamo inconsapevolmente ed erroneamente che pensarci risolverà il problema, che solo capendo il problema troveremo la soluzione e il dolore sparirà. Ma in realtà, per stare meglio e liberarci dal dolore, spesso dobbiamo fare quello che ci sembra contro-intuitivo e cioè accettare che non siamo capaci o pronti a capire il problema, accettare che non possiamo risolvere il problema e che quindi la soluzione per star meglio è non pensarci. Non pensare al dolore non renderà meno importante quello che è successo, semplicemente ci consentirà di soffrire meno.